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56 | Adolfo Albertazzi |
in piolo e misurandosi ogni volta, con la testa alta, allo slancio. Su! Ma lassù, là dentro, seguiva un rimescolio di voci e di proteste; e alcune malcontente atterravan di volo e tornavano a beccare nel truogolo. Tra i galletti ancora a terra intervenivano le ultime risse; gli ultimi assalti alle galline proterve. Le oche (non mancavano due oche) si spollinavano a vicenda affondando il becco tra le piume e scuotendo la coda; e il gatto si leccava e lisciava, beato.
Ma già il porco domandava a suo modo la cena; e quando il sole calante accendeva d’una luce d’oro la montagna di là dal fiume, stupenda, la vecchia s’alzava per accontentar il porco, povera creatura, e preparare, dopo, la cena dell’ospite.
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Questi gli svaghi a Sant’Elpidio! Questa la vita che compensava tanti studi, tanti sacrifizi! Eppoi? Muterebbe mai sorte pur mutando luogo? Ed Elena Baschi nella presente mortificazione fu presa dallo sgomento del futuro, e pianse la sua bellezza sfiorita entro una scuola, il suo ingegno consunto in opera meschina.
Ma della tristezza accorata in cui cadde a poco a poco, ma della desolazione profonda a cui a poco a poco si abbandonò, nè le fatiche della scuola, nè il disagio domestico, nè la stessa man-