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Il cane dello zio Prospero 31


con la vita naturale; ed ora si rammaricava d’esser così mutato, d’esser così fiaccato nel suo soffrire.

Elena! Avrebbe voluto udir parlare sempre di lei, solo di lei.

Spesso gliene discorreva il vecchio; ogni volta che tornava dal paese. Quante chiacchiere intorno al matrimonio Marzioli Tarelli! Che cotta s’era buscata quel giovine! Che fortuna, quella ragazza! Ma la meritava. La più bella ragazza del paese! Una bella romagnola!

Già si sapeva che, il dì di San Martino, le nozze sarebbero celebrate con gran pompa; e dopo, gli sposi partirebbero per Roma.

— Col diretto delle undici — notò, per dire qualche cosa, per nascondere sè a sè stesso quasi con una prova d’indifferenza, il signor Prospero. Poi dimandò aggrottando le ciglia:

— E di me cosa si pensa?

— Qualcuno pensa che lei ha giudizio.

— Perchè?

— Perchè lei non approva questo matrimonio. I Tarelli han troppi soldi, e i troppi soldi non han mai fatto contento nessuno.

VIII.

Alla proda del fosso, davanti all’acaciaia, Prospero Marzioli sedeva tenendo lo schioppo appoggiato al ginocchio sinistro e poggiando sul destro