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Nell'anno XX della Re-So-Eu 265

adagio per goder con libero respiro lo spettacolo da troppo tempo non dato.

La funzione, del resto, non durò che pochi minuti.

Così: i rei, in fila, ascesero il palco infame e con a lato i cinque incaricati di deporne i corpi tronchi nelle casse radioattive, si disposero ciascuno alla sua lunetta: dinanzi a loro, altri cinque assistenti aspettavano l’attimo per mostrare le teste al popolo, deporle subito nelle altre singole casse e distribuirle nei gabinetti del laboratorio.

Al segno del fratello boia i giustiziandi s’inginocchiarono. Essi gridarono: «Viva la monarchia fem...!».

E, rotta a mezzo nelle cinque bocche l’ultima parola, le esecuzioni furono fatte, cinque in una volta, senza scuotere l’animato, alto silenzio dell’attesa. Impossibile far meglio e più presto! Quel che seguì, s’immagina, poichè tutto procedette secondo le prescrizioni del dottor Pantìfilo.

Tutto?

Quasi tutto.

I rei erano stati disposti sul palco in questo ordine, e in questo ordine prendendoli — da sinistra a destra — i loro corpi tronchi furono distribuiti nei gabinetti della Clinica: l’astronoma, lo sportsman, il poeta, il filosofo, la fisico-chimica.

Invece, per una lieve svista, le teste furono portate ai gabinetti nello stesso identico ordine, ma