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262 | Adolfo Albertazzi |
della mente, essa è diventata superiore all’uomo nel resto e, per legge di evoluzione e di perfettibilità, la donna ha dunque da predominare.
Quanto al poeta Prôneur, egli cantava la perfezione sociale dell’alveare: una regina; le api operaie; i fuchi riproduttori. Da milioni d’anni — diceva — i fuchi son paghi d’esser fuchi. Oh che virile gioia sarebbe per gli uomini non essere altro che fuchi! Lode ai fuchi! Gloria alle operaie! E viva la regina!
Or il Fraternale Governo non si era perduto a confutar cotesti ragionamenti: ma quando ebbe in mano il tubetto che una donna operaia deponeva nella sala del consiglio e che acceso sarebbe bastato a sconquassar tutta Lublino, quando la donna interrogata rivelò sorridendo, con incoscienza che un tempo sarebbe parsa eroismo, chi le aveva dato il micidiale incarico, esso — il Direttorio — non indugiò a prendere una severa deliberazione, per amore, s’intende, della Gran Repubblica.
La proposta di rinchiudere i rei nella casa di salute psichica, quali delinquenti soliti, non passò; l’attentato alla salute della Gran Repubblica non era da compatire o da compiangere come un qualsiasi assassinio commesso per forza morbosa. Ci voleva un esempio di castigo spaventevole.
E con undici voti su dodici i congiurati furono condannati a morte.
A morte?