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260 | Adolfo Albertazzi |
solo soprannome scientifico bastava a distinguerle e celebrarle nel mondo intero: Serenidad, Marjana, Rankness, Uebersinnlich, Prôneur.
Queste e questi erano i congiurati a far saltare in aria il palazzo del Direttorio e il Direttorio che v’abitava, come nell’età delle bombe anarchiche: Serenidad, l’astronoma nata in Ispagna: l’austera, severa, intemerata donna che quantunque fosse già vecchia proseguiva i suoi portentosi studi su la geografia e l’etnografia planetarie; Marjana, la scienziata fisico-chimica nata in Russia: la forte, giovine viragine che quantunque fosse di tendenze un po’ mistiche compieva stupefacenti e positive esperienze su le monadi e gli elettroni; Uebersinnlich, il filosofo nato in Germania, il quale sebbene fosse un po’ troppo grasso era forse il pensatore che più aveva avvicinato l’Assoluto; Rankness, lo sportsman inglese, il restauratore della bellezza corporea dopo che gli sport pazzeschi dei secoli decimonono e ventesimo avevano deformato il tipo umano; e Prôneur, il francese poeta, per il quale tutto era detto quando si diceva che era Prôneur il poeta.
Ebbene, costoro si eran messo in mente che un ritorno alla monarchia feliciterebbe l’Europa; una monarchia, però, di genere femminile e femminista. E da quei pensatori che erano ragionavano così:
Diceva Serenidad, l’astronoma: — Le colossali, singolari, uniche opere che si osservano in Marte non possono essere effetto che di una volontà,