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Che cosa è il mondo? | 247 |
d’America, non a casa del diavolo laggiù, al Transvaal o in China.
E ripete con desolata invidia:
— Che fortuna saper di lettere! — Si consola però subito. — Io non ne so e ci rimedio: col buon senso.
Così, quando al caffè ode leggere dagli amici il giornale e ode i commenti alle notizie politiche e alle miserie pubbliche, si riconforta, si libera a giusto interprete di quel foglio stampato con inesplicabili caratteri, e la sua stessa deficienza gli sembra una conseguenza logica della sua filosofia e della legge che la sostiene: egli, cioè, non comprende un’acca del giornale e comprende tutto l’universo, al contrario di chi guarda al sole e non vede più nulla. O come a dire: i giornalisti, i letterati, gli scienziati scrivono quel che sanno e (salvo il rispetto) non sanno quel che scrivono; e i governanti pretendono di condurre per la strada diritta e non s’accorgono che girano in tondo! In tondo girano; in tondo giriamo: è la legge!
Infatti: oggi corre innanzi un uomo o un popolo, e domani un altro; finchè il primo torna a precedere. Oggi a me, domani a te. — Il figlio del dottore farà lo spazzacamino, e il figlio dello spazzacamino sarà dottore. — Sempre non è seren, sempre non piove. — L’uomo crea e l’uomo distrugge. — Progresso, eppoi regresso. — Tutto è equilibrio; tutto è armonia; tutto su e giù. — E