Pagina:Albertazzi - Top, 1922.djvu/248

246 Adolfo Albertazzi


occhi, indizio di sicura fede. Qual fede? In sè stesso: la fede più consolante e più invidiabile. Mentre sul mercato il signor Petronio passa per sensale in granaglie, nella vita intima e tra gli amici discorre da filosofo che sa di non errare, sapiente. E sì che egli non sa nè leggere nè scrivere! Pare un miracolo; eppure durante mezzo secolo ha potuto commerciare in granoturco, riso e fagiuoà, restando galantuomo, sebbene analfabeta, e avanzandosi dei soldi. Quanto alla filosofia, il suo difetto d’istruzione o non è difetto o è lacuna che si ripara con altro mezzo. Perchè si noti anche questo: chi legge ubbidisce più o meno a chi ha scritto; chi va a scuola ubbidisce al professore. E credete voi che tutti quelli che tengon la penna in mano abbiano giudizio? Eh!, buon senso ci vuole! Il buon senso è il rimedio del signor Petronio, è la forza della filosofia; e se qualche filosofo non lo crede, poco importa: lo crede lui, e basta; appunto perchè lui non sa nè leggere nè scrivere e la pensa a modo suo.

Naturalmente a chi scorge chiara, chiarissima ogni cosa nel mondo e ogni faccenda dell’universo, talvolta rincresce gli manchi il più acconcio mezzo di persuader gli altri, che san leggere: il signor Petronio ha chi lo ascolta e l’approva ma, purtroppo, solo al caffè, non in Parlamento, non in Senato, non al Ministero, non alle corti di Europa, non agli imperi d’Oriente e alle repubbliche