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220 | Adolfo Albertazzi |
crifici, e lo scongiurava di rivolgersi a questo o a quello per entrar nel Ricovero.
Ma Procolo Granari a mendicare raccomandazioni da questo o da quello preferiva rivolgersi alla pietà anonima, su la strada.
Ahimè! Al male preferibile non è sempre agevole adattarsi, e per quanto egli si ripetesse che era necessario provare il castigo, quando stava per stender la mano al passante gli mancava l’animo; non sentiva più la fame.
E il cane sbadigliava.
Fu appunto un lungo e tacito sbadiglio di quest’altro disgraziato che gli suggerì un giorno il mezzo a superar la vergogna: mendicare non per sè, ma per lui, il solo amico che gli rimaneva.
Se lo tirò dietro fin in Piazza San Domenico. Aspettò davanti alla chiesa.
Quando ne vide uscire una vecchia signora, mosse verso di lei col cappello in mano.
— Un po’ di carità per questa povera bestia.
Aveva parlato così sommessamente che la signora ne aveva inteso a fatica le parole e, meravigliata della richiesta, a volgere gli occhi diè un grido.
— Che orrore, mio Dio!
In fretta traeva due soldi dalla borsetta. Ma li porse con viso turbato. E disse, tremante di sdegno:
— Perchè lo tenete se non avete da dargli da mangiare?