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La casta Susanna 209


«Isidoro s’è ammalato, e forse morirà. Non ci mancava che questo per farmi piangere!».

***

Quell’anno gli esami di licenza liceale ritardarono il mio ritorno in campagna. Il giorno che finalmente vi giunsi non trovai Adriana in casa. — Sarà nella Landa a cucire — mi disse la madre.

Era là, infatti, all’ombra delle querce e dei pioppi, ove il rio più affondava tra le sponde folte di acacie e di vinchi. Ma non riuscii a sorprenderla con un grido: — Adriana!

Mi prevenne, incontro. Era pallida.

— Gli esami? — chiese.

— Bene!

Allora si sfogò in rimproveri. Tenerla in pena! Non telegrafarle! Esagerava l’inquietudine per dissimulare il suo desiderio — e frenar il mio — di consolarci più che con una stretta di mano dopo così lunga assenza.

— Mi vuoi ancora bene, mi ami! — esclamai.

Confermò con la luce degli occhi e del sorriso. E dimandò:

— Perchè dici ancora?

— Perchè sei diventata più bella!

Scosse le spalle mormorando: — Lo dicon tutti. Ma — aggiunse seria — è ora di metter giudizio!

E a dar insieme prova i giudizio m’impose di