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18 | Adolfo Albertazzi |
E al fratello, che attendeva zitto e cheto, parlò con un lieve tremito nella voce.
— Ho pensato che è meglio ci dividiamo. Io mi tengo la Valletta; a te l’altro podere, la vigna e la casa. Nella casa mi riservo il camerone. Ci mettiamo il letto; il camino c’è: mi basta.
— Come vuoi — disse Adelmo Marzioli.
— Incarichiamo del rogito il notaio di qui o di Faenza?
— Come vuoi.
— Siamo d’accordo?
— D’accordo.
E Adelmo Marzioli riprese a scrivere.
Se non che mentre Prospero stava per uscire successe quasi un miracolo: il fratello aveva qualchecosa da aggiungere.
— Ehi! Senti!
Prospero si voltò.
— Cosa ne dirà il paese?
Prospero rispose: — Dirà quel che dico io: che io sono un uomo all’antica e le tue donne vanno alla moderna; che, secondo me, voi spendete troppo in proporzione al tuo stipendio e alle entrate, e io voglio assicurarmi della mia parte per quando sarò vecchio e per lasciarla, quando morirò, a mia nipote se non si mariterà, o se sposerà uno della sua condizione. È chiaro?
— È chiaro.
— C’è altro?
— Nient’altro.