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174 | Adolfo Albertazzi |
— Un colpo d’aria — rispose Volturno.
E Grappanera, pazientemente:
— Non ci sono cicogne a questo mondo? Non falchi? non aquile? Uccelli, insomma, così robusti da pigliare un pesce, un merluzzino, in mare e portarlo in montagna per divorarselo in santa pace? Il pesce, però, preso da uno di questi uccelli, dovè pensare alle faccende sue e battere e sbattere la coda disperatamente; l’altro aperse un momento il becco...; e il merluzzino scappò, cadde. Per caso, proprio là sotto dove cadde, stava una pozza d’acqua. Il problema era risolto.
— E se te lo mangiasti tutto te, il merluzzo, quanta grappa nera ci bevesti dietro? — dimandò Pannocchia.
Schernivano ormai per partito preso. Inutile, oramai, qualsiasi discorso.
***
Ma non solo per questo Grappanera pativa sino al martirio: pativa non tanto perchè non credevano alle verità che diceva lui, quanto perchè credevano ciecamente alle fandonie che dicevan loro e che imparavano dai libri e dai giornali. Questa la sua maggior passione: di non riuscir a convincerli delle bugie, delle assurdità stampate.
Ah la storia dei canali di Marte!
Un giorno lui, Grappanera, arrivò al convegno