Pagina:Albertazzi - Top, 1922.djvu/175

Un martire della verità 173


gionieri; a uno a uno fece staccare il bottone che ne reggeva le brache alla cintola. E in tal modo, dovendo reggere con una mano il fucile e con l’altra le brache, i duecento prigionieri, queti come agnelli, furono condotti a Magenta da sola una dozzina d’uomini.

Gli ascoltatóri naturalmente risero. Ma non avrebbero riso che per l’astuzia di Mac Mahon se Pannocchia, il quale nel ’59 aveva ancora da passare due anni prima di nascere e non sapeva nemmeno in qual parte del mondo Magenta si trovasse, non avesse aggiunto, serio serio:

— Me lo ricordo anch’io Mac Mahon a Magenta!

Or fino a un certo segno è compatibile l’ignoranza che non presta fede alle opere umane, ma non è poi compatibile chi non crede al caso, quando ogni giorno si vedono avvenire per caso i fatti più straordinari.

E coloro là non ammettevano neanche la storia del merluzzo!

Con la sua cesta al braccio, Grappanera andava un giorno per i monti, e in un luogo solitario scorse rilucere una pozza d’acqua, e risplendervi dentro una cosa...; un animale, enorme, che pareva d’argento. Si accosta. Immaginate! Era... un merluzzo!

Ma chi, dal mare, l’aveva portato e messo lassù in montagna, in una pozza, un pesce di mare così grande? Questo il problema.