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156 | Adolfo Albertazzi |
come si era immaginato Michele. — Cugino? Allocchi che siete! È l’amante! l’amante dell’arca di virtù! E il tuo caro amico...
Il marito non la lasciò correre. Trovò necessario interromperla:
— Non può essere! Il capitano da sette anni manca dall’Italia. Non si fermerà qui che otto giorni... Dunque...
— Eh! si fermerà di più! — ribattè la Cloe. — Di più! di più! Quindici giorni ci resterà; un mese!... Vedrai! Se pure l’arca non scapperà prima con lui...
Quale perfidia! Per evitare il litigio Bragozzi s’affrettava a riferire: che il capitano di lungo corso aveva tre mogli; così e così.
— E la quarta in Italia!: illegittima, questa, e infedele, perchè è la moglie del tuo amicone. Oh cari!
Il litigio non fu evitato; e nel misero Michele lasciò la consueta amarezza, il profondo rammarico di chi si sente immutabile sotto una maligna stella. Per sua tribolazione era arrivato a Bologna adesso anche il cugino di lungo corso!
Infatti il giorno dopo ecco Varni sorridente, apparentemente beato a scaricar le geste del capitano.
— Ah che caro giovine! che compagnia!
E qui una massa di fandonie. Bragozzi sorrideva, per compiacere un po’ l’amico che rideva;