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Nella Romagna d'una volta | 123 |
— Mi perdoni!
Egli non parlò. Si volse a guardare i bei luoghi che Livia non rivedrebbe mai più, quasi egli non dovesse rivederli mai più; i monti sereni, i colli verdi e il bianco fiume.
Poi disse:
— Ti perdono.
E le porse il braccio, e tra le serve e i servi e gli operai attoniti, diritto, alto, imponente vecchio, venne con lei nella corte, la condusse fino alla carrozza.
Livia si chinò ad abbracciarlo, a baciarlo. Egli l’abbracciò; la baciò. Sorrise. Disse:
— Addio!
***
Indi, partita. Cesare Antoni tornò in casa; imbracciò, secondo soleva, lo schioppo; diede ordini, al solito; e prese la via del paese: ove, ogni giorno verso le nove. Nino Galastri usciva di casa, traversava la strada, ed entrava nel caffè.
Quando fu alla bottega del tabaccaio, poco distante dal caffè, il vecchione entrò a comperar sigari; e scegliendoli, e di tratto in tratto sogguardando fuori, motteggiava con la tabaccaia.
— Sempre allegro, lei!
Uscì. E si fermò ad accendere un sigaro. Alcuni paesani, che conversavano in gruppo, salutarono. Non buono il primo sigaro, lo gettò via; ne