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Simpatia | 107 |
L’altro ebbe negli occhi un’accensione d’ira; ebbe uno sguardo bieco, quasi di odio; ed esclamò forte:
— Cosa siete dunque venuto a fare?
Cos’era venuto a fare? Leonardo non dubitò che il silenzio, lo sguardo, la violenza mal repressa e la dimanda di colui significassero una tremenda angoscia costretta in sè da una timidezza o da una energia quasi selvaggia, esprimessero la pena di dover aspettare troppo a lungo una notizia atroce. Pensò:
— Che bestia!
Cosa era venuto a fare? Non lo sapeva chiaramente nemmeno lui, povero vecchio, il perchè era accorso subito dal paese: era accorso perchè il cuore l’aveva portato: ecco. Bisogna dirle, domandarle certe cose? Per dare una parola di speranza, se non per riceverla, era venuto; per prepararsi il cuore con loro, se mai...
E impermalito, Leonardo stava per rispondere: — Non verrò più a disturbarvi — quando dall’alto del poggio (Stefano si era rimesso a vangare) l’Assunta chiamò, invocò:
— Leonardo! Leonardo!
Egli le andò incontro; sorridendo, al solito, disse:
— Sì. C’è stata una battaglia. Ma — aggiunse — niente paura! Avete avuto cattive nuove? No. Dunque...
La donna lo fissò prima di piangere; per l’ap-