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dall'eldorado 85

darsi che l’amico doveva avere avuta una terribile sventura e che ora sapeva quante pietre componevano il gruzzolo, non lo conduceva nemmeno ai teatri ove si rappresentavano o i drammi di Ibsen o melodrammi così patetici da far ammattire i savi.

— Al teatro quando ci andiamo? — Edon chiedeva.

E Polla:

— Io non sono robusto come voi. Giriamo troppo il giorno, e mi vien sonno presto.

Era assonnato e stanco all’avemaria. Pure egli promise che se dessero l’Albergo del libero scambio, ve lo accompagnerebbe.

Or mentre il terzo giorno di quella vita fraterna vagavano per le strade udirono avanzare una sinfonia lemme lemme e videro crescere, in distanza, la folla. Polla subito cercò trar via seco l’eldoradese. Ma questi, al contrario, desiderava sapere che cosa ci fosse da vedere.

— No....; andiamo! Non è uno spettacolo per voi.

— Che è? che è?

Rispose un signore molto gentile:

— Un trasporto....

— Un trasporto? — fece Edon, resistendo all’amico che lo tirava per la giacca.

— Sì. Portano un brav’uomo all’ultima dimora. Andiamo!

Ma fu peggio di prima.