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66 | dall'eldorado |
— Good day!
No. Era biondo, ma non inglese.
— Guten abend! — Non tedesco.
— Bonjour, monsieur! — Non francese.
— Buenas dies, caballero! — Non spagnolo.
Ricordandosi infine di essere italiano, Polla fece, cortesemente:
— Ben arrivato!
D’un soave sorriso, avvivando gli occhi da prima incerti quali d’uno che davvero sia cascato dalle nuvole, lo straniero mormorò qualche melodiosa incomprensibile parola; poi contorse la bocca a pronunciare una parola di lingua evidentemente non sua; di lingua internazionale.
— Volapuk?...
— Volapuk! — gridò Polla, che dai comizi aveva presa l’abitudine di parlare a voce alta. — Oh, oh! Al vostro paese si studia il volapuk? Non ha attecchito da noi! Non importa. A poco a poco, fratello, c’intenderemo lo stesso! E, ditemi....
Ma o per quel chiasso dell’eloquente socialista, o per il dolore della caduta, o per lo sfinimento di cui era prova il pallido viso, l’infelice forestiero sarebbe svenuto ancora, quando con uno sforzo supremo non avesse rialzato il capo, e stringendo all’estremità le dita della destra, non avesse portata due volte la mano alla bocca mentre lo sguardo aiutava l’espressione del gesto.