Pagina:Albertazzi - Novelle umoristiche.djvu/76

62 doni nuziali


— Il primo aristocratico galantuomo che conosco!

— Oh ce ne sono! — ribatteva il testimone moderato. — E di cuore!

— Se vuol bene a Gustavo, Gustavo se lo merita: ecco tutto! — osservava un altro.

— Non dico; ma....

— Viva il conte! Viva il conte!

Crac fece l’assicella allo sforzo di Gustavo. Allora tutti tacquero, ansiosi, nell’attesa che la cassa fosse aperta interamente. Ma perchè la cugina aveva scambiato uno sguardo d’intelligenza col socialista, quasi a un vicendevole ridevole dubbio? Perchè lo zio paterno tabaccava adagio, quasi a togliersi d’imbarazzo? Perchè il testimonio moderato fumava in fretta guatando alle donne; e la mamma e l’amica Tecla tenevan gli occhi su la sposa come temessero d’uno svenimento? Quale idea uscita di mente alla sposa o dalla cassetta, e venuta in mente a tutti, accresceva l’ansia e dipingeva nel viso di chi più avrebbe dovuto esser felice il terrore d’un malefizio, e accendeva negli occhi degli altri una perfida speranza di lunghe risa? Gravava un destino assurdo o tremendo su quella cassa, su quelle anime?...

Lo sposo — crac — con l’angustia di quando, ancora in preda a un sogno funesto, si ricorre, nel destarsi, alla vita, sollevò del tutto il coperchio....