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52 | doni nuziali |
— Il lume dovevate chiederlo a quel tanghero; e adesso non avreste due «servizi da caffè!»
— Ma sono un profeta, io? — urlò Terpalli.
— Profeta, no; timido, sì.
.... — Mamma! Gustavo!
— Timido?
— Timidissimo! Avete avuto paura d’obbligarvi troppo con vostro zio, e gli avete domandato quel che costa meno!
— Sissignora! E ho fatto uno sforzo a domandare anche così poco!
— Ma Dio vi ha castigato! Chi non si aiuta..., mio marito lo diceva sempre, muore senza aver goduta una zuppa calda!
— Mio marito — grugniva Gustavo senza attendere alla Gigia che lo tirava per la giacca. — Sempre «mio marito»! Lui, lui sapeva stare al mondo!
— Ah, meglio di voi, signorino!
— Infatti....
.... E la Gigia scoppiò in pianto. E lo sposo afferrò il cappello, e scappò via.
— Gustavo! Gustavo!
— Mio marito era un uomo! — la suocera gli gridava dietro. — Si può dir forte: era un uomo lui! Se fu disgraziato....
Insomma, la buona donna aveva bisogno di sfogare un gran malumore; e la buona figliola ebbe ragione di gemere:
— Il cuore me lo diceva che eravamo troppo felici!