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doni nuziali 51


— Che colpa?

La vecchia tacque; poi sospirò e borbottò:

— E siete senza parenti; non avete che quell’avaro gesuita!

— Colpa mia? — Gustavo dimandava. — Colpa mia? — ripeteva.

Presentendo il litigio, la ragazza pregò:

— Zitti! basta!

— Se non ho parenti, ho degli amici — asserì lo sposo. — Ho i colleghi!

Allora la signora Clotilde si mise a ridere lei.

— I colleghi? Un mazzo di fiori e tanti saluti! Un bouquet, come daranno i vostri testimoni; e ciao!

— E il conte? Perchè è in viaggio credete si dimentichi?... Mi vuol bene, lui!

Terpalli l’aveva ricordato per il colpo finale. Il signor conte non solo non si dimenticherebbe, ma spedirebbe o le posate o lo specchio.

— Vedrete!

Questa la sua fede.

— Il conte? — ribattè la mamma rivelandosi del tutto suocera. — Neanche un biglietto vi manda! Ci scommetto!

— Forse sì e forse no.

— Oh che pretendereste da lui? Cosa può regalare a un impiegato così.... modesto come voi?

— Il lume! — rispose in modo di canzonatura Gustavo.

Frattanto la Gigia pregava:

— Smettetela; finitela....