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50 | doni nuziali |
pensato proprio a.... un «servizio da caffè»! A guardare la faccia della mamma mentre diceva: — Eh! che ne dite? —, Gustavo credè leggervi come un’accusa di complicità sua col caso; e provò tal pena a veder lagrimosa la Gigia mentre essa diceva: — Si può essere più disgraziati? — che si sforzò a ridere, da uomo di spirito.
— Faremo così: quello di mio zio — disse — l’useremo per romperlo; e quello della signora Tecla lo metteremo nel salotto per conservarlo.
— Già: sulla tavola, con l’ombrello aperto! e, sotto, la borsa, il libro da messa, la scatola di profumi e il cuscino! Che bel salotto! — esclamò la Gigia.
Propose Gustavo:
— Perchè non avvertire la signora Tecla? Potrebbe ottenere qualche cosa in cambio, dal negoziante.
— Oh io non m’attento! — borbottò la mamma.
E la figliola:
— Nemmeno io!
— Dunque si tiene il secondo «servizio» e si ringrazia! — disse Terpalli, al quale rincrebbero il broncio della vecchia e l’ironia della sposa.
— Lo butterei dalla finestra! — esclamò la Gigia, alla quale per contro rincresceva l’indifferenza ostentata dallo sposo.
— Ma la colpa è vostra! — esclamò la mamma, che il riso del genero aveva inviperita.