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la giocatrice 35


la voglia di ammazzare il ciclista a pugni, e dolore, amore, disperazione, speranza; bisognerebbe rappresentarlo nell’angosciosa attesa della carrozza mandata a prendere alla villa per un contadino; ma sarebbe còmpito arduo non meno che rintracciar le parole italiane, francesi, tedesche con cui quel medico straniero pregava la pericolata che facesse il piacere di ricuperare i sensi per non ismarrirli di nuovo, subito dopo. Tre volte ella tornò in sè a gemere, da sul cuscino, ch’era caduto con loro dalla charrette; finchè alla quarta rimase, più dolente e piangente, in vita.

Adagiatala, quando Dio volle, su la carrozza — poichè il forestiero raccomandava di portarla al luogo più vicino — la trasferirono senza scrupolo a Villa Limosa. Del resto, il medico ciclista la credeva moglie del signore. E con gran premura accertò Gianni che, fuori del braccio, votre femme non aveva patito danno notevole; e si compiacque a fare lui, benissimo, la fasciatura; e lasciò qualche consiglio pel collega italiano che arriverebbe dal paese; e dimandò, a solo compenso, la firma nell’album dei ricordi. Infine, lieto d’essere stato utile, saltò in bicicletta e buon viaggio! — Al diavolo!

Era a quel che aveva detto e a quel che si seppe poi, un medico di gran nome; il quale per provare i benefizi della ginnastica e per convincere della sentenza mens sana in corpore sano faceva il giro del mondo in bicicletta.