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la giocatrice 33

E Claudia:

— Comprendo il piacere d’aver domato così bene questa bella bestia.

— Oh c’è una gioia più grande: domare un angelo!

— Difficile impresa per un uomo!

— No: per un asino come me, che ha soggezione di voi anche oggi!

Gianni s’adirava.

— Un altro non si sarebbe messo una mano al petto....

— E io, allora, non mi sarei fidata. Dunque, buono! e.... sperate. Da bravo! Dicono che Amore faccia miracoli.

Divina creatura! Quando parlava sul serio, non si poteva crederle; ma quando scherzava, persuadeva.

Rassegnato, tratto tratto Gianni si specchiava negli occhi di lei, ove gli pareva vedersi più vivo e più bello, o attendeva a vedere come l’aria lusingava que’ fini capelli biondi. Intanto Amore preparava il miracolo.

Ecco: modestamente la signora, fra quelle carezze, e arditamente Luisella, guardavano innanzi per la strada diritta e libera, mentre Gianni guardava da un lato; e non si sa quale delle due prima, Claudia.... — oh Dio!...: una bici.... — vide; e Luisella, a tal vista — una bicicletta! — sbalzò, per voltare indietro...; voltò. Un indefinibile, duplice grido: l’urto della ruota a un paracarri: la fredda, rigida sensa-

ALBERTAZZI. Novelle umoristiche. 3