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la giocatrice 31

Seguì un giorno nuvoloso; di un nuvolo coerente e indifferente, in quella tinta grigia, di latta, onde par greve sino la luce; e solo, a quando a quando, snebbiava un po’ di pioggia; minuta, silente, inutile pioggia. Mortificate, le piante del giardino non muovevan foglia; senza tremito eran le frange degli abeti; senza voci gli alberi e il tetto; senza volo gli uccelli; senz’anima la vita; senza vita l’universo; senza l’universo.... Una giornata insomma o da briscola o da suicidio. Ebbene, chi lo crederebbe?...

Claudia mormorò:

— Non ho voglia di giocare, oggi!

E a Gianni, riavutosi dallo stordimento repentino, non parve vero d’esclamare:

— Facciamo qualche altra cosa!

— Chiacchieriamo.

Egli tacque.

— Non andate a Erba, quest’anno?

— No: Gringoire s’è azzoppato.

— E Luisella?

— Non è da corsa a galoppo: l’ho allevata al trotto; e non la sciuperò mai in un ippodromo.

— È buona..., lei?

— Oh sì!

— Senza vizi?

— Un tempo adombrava delle biciclette: adesso, più.

— Bella, è bella — dovè ammettere un po’ a