Pagina:Albertazzi - Novelle umoristiche.djvu/39


la giocatrice 25

E pareva aggiungere: «Quando tutto l’ostacolo stesse qui, non ci vedrei tante difficoltà a superarlo.»

Ma la signora con voce e attitudine convenevoli alle parole, eppure quasi benigna:

— Io non odio nulla e nessuno, amico mio; solo, non ho voglia d’amare, perchè più mi piace viver libera; nè una donna come me intenderebbe l’amore senza il sacrificio assoluto e.... legale della propria libertà. Chiaro?

A ogni parola la faccia di Limosa era andata acquistando una linea di mestizia; sicchè all’ultima rassomigliava, lui, a Iacopo Ortis, ma in barba corta all’inglese.

— .... Perciò, amico mio..., lasciate.... (dolcemente ella cedette al voi).... lasciate questo discorso; e piuttosto facciamo una partita a scopa.

Il naso sul mento e il mento sul petto, Gianni, quando rispose, disse con un sospiro che venne fuori dal broncio:

— Non conosco le carte!

— Nemmeno avete imparato a conoscerle? — ella domandò tra compassionevole e ironica, secondo la sua usanza.

Allora egli proruppe:

— Per l’addietro vi dicevo: non so giocare; oggi, signora, vi dico: nemmeno conosco le carte! e me ne vanto!

— Oh oh!... Ma dunque che fate assistendo alle nostre partite? a che pensate?

La passione lo rese eloquente e furente.