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in arcadia | 303 |
— Noi en doi, miraco i podouma nen fene!
Se sempre l’unione fa la forza, tanto più l’unione è necessaria quando la forza è rappresentata da due persone sole: chè due carabinieri possono impaurire, ma un solo, tra la folla, muoverebbe a riso. E loro non eran che due, e non potevano dividersi; non potevan fare miracoli.
— Ma l’ourdin à l’è d’andé à prés à la processioun, à la processioun ufficiale! — Evidentemente il piemontese sperò di piegare il compagno con questa grave parola. Invece l’altro:
— Giuraddio! Mi faresti scappà la pazienza! Bada: do’è che stanno i più scontenti? i più curiosi? là! Dunque si dee ire là!
Che! I bugianen son bugianen! Il buon piemontese non cercava ragioni da opporre; voleva essere ubbidito, poichè egli si sapeva nelle grazie del brigadiere e aveva fede nel tenente e s’aspettava da un giorno all’altro la promozione ad appuntato; e, oltre a ciò, era più vecchio d’anni e di servizio. Egli dunque severamente chiamò l’amico per il cognome:
— Rappaini! l’ansiano soun mi! Andouma!
— Oh che anziani e che non anziani! Io vo’ far il mi doere! ’Un vo’ mia gastighi per motio tuo! ’Un vo’ mia perdere il grado se mi fanno appuntao!
— Críbio!... Rappaini, andouma!
— Io? piuttosto, ve’, ’un mi movo! Fo così! — E il toscano si mise a sedere sul paracarri;