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lazzetto, di recente restaurato; alla supremazia del vecchione minacciava di succedere la supremazia di quel signore patito e guardingo, che i contadini dicevano cattivo come il loglio.

Invano il curato studiavasi a difendere l’intruso che gli si era dato a conoscere per uno dei capi clericali in Bologna; invano ne esagerava i meriti. Carlone protestava: — Oh che ha preso Rioronco per un covo di ladri?

Infatti aveva messo le stanghe all’entrata delle carraie; tese reti metalliche lungo la strada; piantati pali con su la scritta «bandita». E il curato: — La moglie del signor ingegnere veste cinque bambine per la cresima.... Il signor ingegnere ha mandata la panca per la chiesa.... Il signor ingegnere fa questo; la signora fa quest’altro. — Dopo il ristauro della villa, ristauravano anche il piccolo oratorio di Sant’Anna, di fronte alla villa.... — Oh che bravo signore! che brava signora!...

Carlone scoteva la testa: — Chi mal pensa, mal fa; chi non guarda in faccia, non è sincero; non mi fido io di colui!

Nè tardò ad aver ragione. Al principio d’agosto, il cursore del Comune venne alla Cà scura con tanto di carta stampata e scritta, e firmata dal sindaco.

A norma della legge sui lavori pubblici e dell’articolo num. 12 del Regolamento.... etc..., s’intima al signor Carlo Carli il taglio, nel suo predio denominato la Zucca, di tutti i rami di quella