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12 | il suicidio del maestro bonarca |
«Il nostro cordoglio è grande, avvegnachè nemmeno per il maestro Bonarca possiamo trovare un’eccezione alla regola della religione e della coscienza. Ripetiamolo a norma dei nostri lettori dilettissimi: Ogni suicida è un peccatore che o mancando di fede ha patito l’influenza del demonio, o è soggiaciuto a una improvvisa demenza.»
Proprio così: nell’opinione dei giornali, cioè nell’opinione pubblica, egli poteva, doveva essersi annegato o per il diavolo, o per il cervello voltosi sossopra, o per la donna, o per l’arte; non per la causa vera, nota a tutti. Come dire: che un artista il quale s’ammazza per i debiti non è artista. E questa era la ragione di quelle menzogne.
Ma artista e grande lo proclamavano tutti; con sincerità evidente, perchè essendo morto, nessun interesse lo legava a quei giornalisti; e perciò annegandosi egli compirebbe una corbelleria. E questa era la ragione del buonsenso.
Ecco l’efficacia d’un giusto conforto! ecco la necessità della logica! Doveva lamentare d’aver deposto il paletot con in tasca la lettera, sul ponte. Ma se non avesse deposto il paletot, non si sarebbe convinto della sua postuma gloria. Doveva lamentare di non essersi annegato subito. Ma se si fosse annegato subito non avrebbe appreso che annegarsi per debiti è una corbelleria. E, d’altra parte, non impunemente si scrive