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228 | il polso |
è grave ingiuria, il conte trasse la spada: trasse la spada il marchese; e al terzo colpo la lama del conte segnò di rosso la destra dell’avversario.
Pronto il marchese strinse con la pezzuola di batista il taglio che non era profondo; poi domandò, senz’ira:
— Ora mi direte perchè un cavaliere come siete voi ha voluto attaccar briga con un cavaliere come sono io.
— Per provarvi — rispose La Fratta alla dimanda che s’aspettava — ; per provarvi che se da oggi in avanti non servirò più vostra moglie e non entrerò mai più nella vostra casa, la colpa è vostra.
Il marchese, udita tal spiegazione del fatto, ne capì meno di prima. Ribattè:
— Spiegatevi!
E il conte:
— Vostra moglie è sdegnata con me e infastidita della mia servitù perchè io, e non voi, ho scoperto ch’essa è innamorata di voi.
Allora l’Arnisio rimase proprio quale era rimasto La Fratta alla rivelazione del polso; fors’anche con uguale timore volse il pensiero al riso del mondo, e chiese, con tono e impeto d’incredulità e di sorpresa:
— In che modo l’avete saputo? Ne siete sicuro?
— Il modo — rispose dignitosamente La Fratta — è un segreto dell’abate Fantelli; ma di ciò