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il polso 225


— Dunque, se l’abate Fantelli.... No, non è possibile! — Ed era possibile!... Appena si fu ricomposto, senza esitare, rapido, asserì: — Voi siete innamorata, marchesa! Voi siete innamorata; ditemi, non è vero?

— Sì — rispose la dama; ma poteva essere il sì di prammatica.

— Siete innamorata di.... vostro marito!

La Fratta s’aspettava una risata dinegatrice. Invece la dama, la quale, meravigliata anch’essa, era per gridare — Chi ve l’ha detto? — , la dama ebbe tant’ira di scorgersi scoperta nel suo segreto, e scoperta dal conte, e sentì tant’odio per il conte, che frenò la curiosità e tacque.

— È vero? — incalzava l’altro — : di vostro marito?

— Sì! — E questo non fu il solito sì; fu un sì aspro, secco, trafiggente. L’altro continuò:

— E voi fino ad oggi avete sofferta la mia servitù solo per la moda?

— Sì!

— .... e io vi ho annoiato sempre, sino ad oggi, senza accorgermene?

— Sì!

La Fratta divenne rosso. Ma era cavaliere, e si contenne.

— Dunque — conchiuse solennemente — non vi annoierò più, signora marchesa! Solo permettetemi l’ultimo consiglio: se non volete far ridere il mondo, non riferite questo nostro colloquio all’abate Fantelli. — E per un supremo