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il polso 223

a lato di lei e recatosi il cedevole braccio di lei su le ginocchia, con le due prime dita ne cercò il polso attentamente.

Toc.... toc.... toc...: nelle arterie, che rigavano d’una trama azzurrina la bella carne bianca, il sangue perveniva dal cuore pulsando all’avambraccio in misura placida ed uguale.

— Chi l’avrebbe detto ierisera? (il conte riprendeva il cammino). Corgnani giurava di perdere a tarocchi perchè lo costringevate a guardarvi, tanto eravate leggiadra; Travasa sostenne d’avervi ravvisata a Versailles in una procace figurina di Boucher o di Fragonard; Terenzi proclamò che nessuna dama di Parigi saprebbe ballar meglio di voi il paspié. — E ristando, per prudenza: — No — disse — non avete febbre. — Pure, come più d’una volta aveva profittato dell’emicrania per tenere a lungo nelle sue una mano della dama, ritenne invece il polso, e riandando le vicende della sera innanzi, passata con lei alla conversazione di una dama illustre, e riferendone vanità e pettegolezzi, con abile arte potè nominare coloro di cui aveva maggior sospetto. Ma il polso batteva sempre uguale e placido.

«Se non è questo, se non è quello, chi sarà?» domandava intanto La Fratta a sè stesso. «Quello non può essere: proviamo quest’altro.»

Proseguì nell’esame e nella tentazione a quel polso ritmico e muto sinchè ebbe percorsa invano la via che si era proposta. Oramai retro-