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Una “scampanata„.

In Romagna.


Tornavano dalla parrocchia, dopo i vesperi, frotte loquaci di donne, uomini e fanciulli e coppie amorose, sorridenti o serie nel loro bisbiglio; i dami col garofano all’occhiello.

Una gran dolcezza primaverile calava dal cielo, ove serenamente moriva il lume crepuscolare e, sensibile e ineffabile, si effondeva dalla terra ove il nuovo verde pareva velarsi a poco a poco e oscurarsi e, lontano, sparire. Come due ragazzi s’arrestarono per tirar sassate in un ricovero di passeri, nel fitto del cinguettio, il nonno d’uno di loro ammonì a voce aspra:

— Lasciateli stare, poveri animalini! — Ubbidirono; lanciarono i sassi nel fiume; e nel ricovero di fronde le piccole voci ripresero richiami, proteste, confidenze, querele, saluti.

A un punto della strada, la Faziòla e Ful-