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180 la fortuna di un uomo


— Me la fa la grazia? — ripetè Gaspare a mani giunte, attendendo.

Per fortuna, nell’entrare, la signora Squiti s’arrestò, trattenuta da un improvviso sospetto; così Erminia dovè concedere due grazie in una volta.

— Sì. — E alla signora Squiti: — Il cavaliere — ella disse — può riprendere il clarinetto.

X.

Quando alla signorina Erminia non mancava che un mese per compiere l’anno di lutto, Gaspare Bicci ne chiese la mano al tutore cavalier Squiti. Non si meravigliò il tutore, ma assunse nella risposta un’apparenza anche più solenne della solita.

— Il padre della signorina affidata alle mie cure mi lasciò l’obbligo di non concederla in moglie a chi non esercitasse una professione; fosse anche milionario. Lei....

— Io sono ingegnere! — affermò Bicci con l’impeto di un naufrago che si salva.

— Dunque eserciti!

Ma come? ma dove? Gaspare smarrì l’animo di nuovo ricordando e avvertendo che erano brutti tempi, quelli, per gl’ingegneri.

Allora lo Squiti: — È indetto un concorso al