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142 | la fortuna di un uomo |
versa riflessione: dal non avere egli mai un forte mal di capo; dal non prendersi neppure un grosso raffreddore, non dovevan conseguire le pleuriti e le polmoniti altrui.
Per fortuna non conosceva dei medici i quali gli dicessero che, secondo la scienza moderna, anche il raffreddore è un’infezione, la benefica natura distribuendo nell’aria, per gli uomini e per le bestie, moltitudini di microbi frigoriferi; onde se la fortuna risparmia qualche suo prediletto dall’ingoiarne, tanti più ne rimangono, di microbi, a danno degli altri uomini e delle altre bestie.
Gaspare tuttavia non credeva d’essere un uomo fuori del genere o sottratto alle conseguenze del peccato originale, ed era appena uscito dal dubbio della jettatura che cadde in un timore più forte. Ricordava che suo padre e sua madre, di cui riteneva la sanità del sangue e della fibra, eran morti giovani entrambi per malattie casuali e violente. Non avrebbe egli la medesima fine? Sarebbe come un rovescio tutto d’un colpo; come una giustizia sommaria che lo rimetterebbe nella regola dell’infelice destino umano!
E per evitare un tal colpo egli era condotto a desiderare qualche piccola disgrazia: una piccola malattia, un fiasco alla Scuola di applicazione.
Ma che! Il diploma d’ingegnere l’ottenne, se non con lode, senz’infamia. Non ebbe subito