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130 efficacia d’una giarrettiera


Don Giuseppe sospirò. Poi riprese:

— Come vi dicevo, discorrevamo di avvocati e di cose legali, ma non sapevo più dove guardarla. In faccia? Gli occhi!... Che occhi! In terra? C’era il piede. Dove avreste guardato, voi?

— Al muro.

— Bravo! Ma io non potevo guardare al muro, per colpa di quel piede.... Non sapevo più che cosa mi dicessi. Quel piede grande così (il narratore con la mano destra divise la sinistra), quel piede indiavolato, che non poteva star fermo, e la calza, e la scarpa, e il toc toc, mi trasportavano verso il diavolo: ecco! Finchè il diavolo se n’accorse, e smise di battere in terra.

Giunto a questo punto, don Giuseppe tacque, lasciando perplesso il padre.

— È finita?

— Ah no! Pur troppo un minuto dopo il diavolo mise una gamba a cavallo dell’altra, e quella di sopra cominciò a dondolare così, come se niente fosse! Voi che siete un sant’uomo, padre Ignazio, sareste scappato via....

— E voi?

— A me, per disgrazia, mi cadde il cappello. Mi chino...: il polpaccio!

— Cosa?

— Vidi.... cioè, vidi la calza nera, sino al polpaccio. E.... Un altro gocciolo, padre Ignazio; un altro gocciolo....