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126 | efficacia d’una giarrettiera |
meglio non dir nulla. Infatti la risposta del gesuita lo spinse più a dentro in quei pensieri da cui altra volta avrebbe trovato scampo in una partita col sagrestano.
«Proprio vero! Si può essere un po’ goloso, un po’ avaro o di non troppa carità, o invidiare il vescovo, invidiar magari un padre gesuita, o lasciarsi prendere dall’ira come padre Ignazio quando predica, e rimanere un prete quasi buono. Ma uno scappuccio in quel tal peccato, che pure non è il primo nè il secondo nell’ordine dei peccati capitali, e ti saluto! Cattivo prete! Addosso! Che se per questo il parroco non assolvesse i parrocchiani, i parrocchiani s’arrogherebbero loro il diritto di lapidare il parroco!
....Quand’ecco:
— Raccontatemi qualche cosa, don Giuseppe.
Deo gratias! Era accaduto un prodigio! Perchè, vuotato il bicchiere, padre Ignazio aveva rivolto il viso all’ospite; e il viso non più bieco, ma sereno, sorrideva, aveva luce come riverberato anch’esso dal raggio di sole che colpiva i vetri. Così don Giuseppe si consolò tutto; sorrise anche lui; poi, súbito, senza interrompere il corso alle idee di prima, si rammentò dell’aneddoto che già gli era tornato in mente la mattina, alla predica, e che ora gli parve piacevole nel tempo stesso che giovevole per sè quanto un tresette.
— Vi racconterò un mio caso — disse ilare