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Efficacia d’una giarrettiera.
L’ora pericolosa non è l’ora del confessionale, quando abitudine o gravezza o vigile coscienza delle divine funzioni assunte per rappresentanza mortifica ogni senso. Nemmeno è l’ora del riposo, quando in letto molle e caldo tornano alla memoria le dure veglie degli anacoreti e dei Padri e le dibattute vittorie con i demoni nel deserto: il pericolo è all’ora della siesta; quando mentre fermenta il cibo nello stomaco e nelle vene il sangue fluisce più abbondevole, una dolcezza sale o scende, non si sa di dove, a cullare il pensiero che si quieta, e l’anima (fuori sia freddo o il sole si spenga nella rossa calura dell’agosto), l’anima risponde all’anima in cui avrebbe dovuto integrarsi e che, ahi, le fu tolta, e il cuore domanda un altro petto che l’ascolti. Sembra l’anima o il cuore; e sono forse i fumi del vino. Ma allora basta — e grazie se si abbia! — il cuore d’un amico.