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122 | il cappello del marito |
Felice la barbarie! I barbari accordano la morale al loro vestire — per lo più van nudi — ; hanno il capo libero o tutt’al più portano una semplice penna che non riscalda il microbio della calvizie, e hanno libero l’arbitrio. Invece l’uomo che ha inventato telegrafo e telefono, l’uomo dell’elettricità e del vapore, si copre il capo con un coso o una cosa convessa, che è focolare d’infezione; ignobile difesa di idee false e di pregiudizi atavici; strumento di servitù e di assenso al patto sociale; simbolo, in certi casi, di virtù e di vizio; emblema dell’uomo operoso o dell’uomo vano, del sapiente o dello stolto, del buon amico o del cattivo amico!
Da tali pensieri affaticato, Giulio non si addormentò che verso l’alba. Nè dormiva da molte ore quando il servo venne a svegliarlo con una lettera urgentissima.
Egli la lesse, d’urgenza:
«.... Che cosa avete fatto! Appena siete uscito voi, Alfonso è corso da me col vostro cappello in mano.
«Era così triste! Mi ha domandato: — Come mai Giulio ha potuto confondere il mio col suo? — Ah! che angustia! che paura! Pareva dubitasse.... Ma io mi sono convinta che mio marito è fiducioso, è un modello di marito e di padre di famiglia; e mi è bastato vederlo uscire col vostro cappello, che non gli stava in testa,