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112 | il cappello del marito |
con tale egoismo che anche l’animo di lei si avviliva nell’avidità della ricchezza; e il sentimento di lei restava confinato al domicilio. Giovanna infatti nulla sapeva di arte; non comprendeva la musica tedesca; non leggeva un poeta! (Ah che di poeti ne leggeva pochi anche lui, Galardi!).
Ma non solo: Alfonso Varchi si alleverebbe egoisti gli stessi figlioli; senza entusiasmi per idealità superiori alla vita comune; senza intendimenti dei maggiori problemi che turbano la società moderna.
Da che si comprende come Giulio era già innamorato in modo da leggere, per distrarsi, i giornali socialisti; e fu miracolo se la malinconia non lo condusse a inscriversi al partito.
E come non si vive solo per sè e per i quattrini, così non si dovrebbe abusare nemmeno in conversazione dell’economia politica e privata. Dàlli e dàlli, una sera in cui Giulio desinava dai Varchi, riflettendo sul fritto abbruciato e l’arrosto mal cotto chè dove regna la felicità coniugale è infelice sin la cucina, Alfonso s’abbandonò a un interminabile sproloquio intorno a giuochi di borsa, di rendita bassa, di dazi, d’importazioni e d’esportazioni.... Dàlli e dàlli, avvenne che la signora, alle frutta, non potè rattenere uno sbadiglio e non volgersi a Giulio con uno sguardo e un sorriso che significavano: «Gran brav’omo mio marito! ma che seccatura!»