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dall'eldorado 99

si deruba un ottimista ingenuo come te e si rovina un socialista convinto come me, qui, ai nostri giorni, c’è chi patisce la fame mentre il borghese usurpa la mercede all’operaio; c’è il ragazzo che ammala nell’officina mentre il capitalista presta a usura; c’è la madre senza pane per i suoi figli mentre la dama s’adorna dei diamanti che ci hanno rubati! E c’è la vergine che si prostituisce; e c’è il vizioso che per bruciarsi le viscere con l’acquavite commette lenocini e infamie; e ci sono i forti che deprimono i deboli; e c’è la legge intessuta di cabale e la giustizia cieca e sorda alle ingiustizie e ai soprusi! Qui si vende l’onore! Qui gli onori si comprano! Qui lo sciagurato uccide! Qui l’infelice si uccide!

Dopo di che, non sapeva più che cosa dire.

Ma col suo dolce sorriso Edon ribattè dolcemente:

— Certo: la miseria, il vizio, il delitto, il suicidio sono grandissimi mali. Però non così grandi che non permettano qualche bene. Ditemi: vi pare una gran prova di amore e di fratellanza scambiare senza fatica quattro rose azzurre con un paio d’ali? Ma io imagino la consolazione di un affamato che riceva il pane dal fratello; io non so imaginare il piacere di chi offre il mantello a chi ha freddo. Credete che sia molto meritevole la virtù in chi non ne conosce il rigore e vi s’abitua da ragazzo come a mangiare? Oh il sublime cómpito di piegare