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dall'eldorado | 97 |
VI.
In questo mondaccio europeo sono rare le amicizie che non sussistano o per concordia di opinioni, o più tosto per concordia di affari e di vantaggi. Supponendo che Edon e Polla, oramai troppo discordi in idee, smarrissero le pietre preziose, chi non giudicherebbe naturale la fine della loro consuetudine fraterna? Ma smarrire le pietre non potevano, perchè le custodivano dentro una piccola cassaforte che aprivano ogni sera, traendone a seconda del bisogno più o meno grossi zaffiri, o rubini, o smeraldi, o diamanti, o ciottolini d’oro da convertire in moneta.
Quando, un giorno, dopo aver comperato cavalli e carrozze. Polla di malavoglia brontolò:
— Bisognerà metter mano a qualche bel diamante — e con il consenso dell’amico avanzò verso il ripostiglio della cassaforte. Avanzò; retrocedette; si rivolse pallido come un moribondo; die’ un grido....
La cassa non c’era più!
Nè l’altro aveva ancora mosso palpebra, che già Polla scendeva a precipizio le scale dell’albergo urlando: