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96 dall'eldorado

lantropia della sua fede; ma ora stava cheto, a testa bassa. L’altro lo credette in meditazione su gl’inconvenienti dell’amore libero, e proseguì:

— In Europa, per quello che m’imagino, la vita matrimoniale dev’essere deliziosa. Essendo un vincolo il matrimonio, ai coniugi verrà spesso la voglia d’infrangerlo; cosicchè l’uno cercherà ogni via per sedurre e avvincere sempre più l’altro. Il sospetto del tradimento diventerà esca all’amore; mentre non sarà difficile distrarsi, ingannarsi a vicenda, senza che l’uno sappia o mostri sapere dell’altro. Voi, Polla, non prendete moglie?

— Io.... — mormorò Polla, sconfortato, desolato, quasi in tono di chi invoca pietà: — Io.... sono socialista. Predico il libero amore!

Allora Edon, pentito della sua richiesta inopportuna e dolorosa:

— Perdonatemi se vi ho afflitto; perdonatemi, amico, se dopo la vostra confessione, sono obbligato a confessarvi che d’ora innanzi mi vedrete fare l’onesto borghese. In Eldorado non mi ci vedono più! Ma voi non mi abbandonerete, è vero, Polla? Sebbene abbiamo opinioni contrarie, noi staremo allegri; discuteremo; ci godremo i frutti delle mie pietre; e quando io avrò preso moglie (con vincolo, s’intende, civile e religioso), noi vivremo felici tutti e tre.

Povero Polla! «I frutti delle mie pietre» aveva detto Edon: non delle nostre!