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92 | dall'eldorado |
Questa volta Edon sospirò:
— Non v’ha artista da noi che goda a imitare con l’opera del suo pennello e del suo cervello la divina natura.
— Oh! perchè?
— Noi abbiamo la fotografia a colori e chiunque abbia un po’ di genio artistico può introdurre l’arte nella natura stessa e fare che questa si ritragga da sè. Bel gusto! Della scultura, infine, è inutile parlare. Non ne facciamo uso come fate voi. Nelle nostre scuole s’insegna che non i monumenti ma le opere debbono consacrare l’immortalità, e i grandi morti s’imparano a conoscere nelle scuole, non per le vie e per le piazze.
Interruppe, gridò Polla:
— Voi dunque non avete monumenti?
— No. Nelle nostre piazze e nelle nostre strade non ci sono che case e alberi: perciò non sono amene come le vostre.
A questo punto l’altro si mise a ridere con apparenza insolente.
— Perchè ridete?
— Pensavo al dottor Panglos.
— A chi?
— Al dottor Panglos: un filosofo che trovava tutto bello, tutto a meraviglia....
— Io sono un giardiniere e non un filosofo — disse Edon — e non oso dir tanto. Dico solo che qui da voi si sta meglio che in Eldorado; perchè in Eldorado tanti beni sono cagione di