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La ciocchettina | 67 |
Senza badarle egli seguitò: — Dopo una avanzata, avevo avuto l’ordine di raccogliere i feriti austriaci e portarli, dalla prima linea, giù, al posto di medicazione; di dove le autoambulanze li trasferivano alle sezioni di sanità.
Descrisse il camion attrezzato, con le barelle sospese al di sopra per i feriti più gravi e le panche, sotto, per i meno gravi; insistè a dimostrare come era il luogo delle prime cure.
— Una casa di là dalla strada, al riparo dalle altre, tutte scoperchiate e rovinate. E stando col carro nella strada noi non vedevamo quelli dell’infermeria, e non eravamo visti.
— Ho capito — ripetè l’Ida.
— Io e il mio compagno, il meccanico, calavamo a terra, nelle barelle, i feriti; due soldati venivano a prenderli, a uno a uno. Ma non era finita la musica; squassava ancora l’aria il rombo di qualche cannonata e allora i feriti leggeri, che pensavano d’essersela cavata con poco e che forse avevano combattuto da bravi, si prendevano una gran paura e si raccomandavano:
— Jésus! Jésus!
L’Ida rise; ma chiese subito:
— E quelli più gravi?
— In una delle barelle ci avevamo un uffi-