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58 | il diavolo nell'ampolla |
sere sincero il sentimento che le suggeriva, urtavano i nervi all’Ida come una finzione, una falsità.
L’Adriana affermò:
— Se Gustavo, che è troppo coraggioso, troppo! troppo!, ci restasse, oh, io non mi farei suora; vorrei che tutti vedessero, capissero il mio dolore e mi compiangessero. Uno uguale non lo troverei più! Nessun altro, mai più!
— E io — lamentò l’Olga con un’aria e una voce che pareva la Duse — , io diventerei matta! Lui, la mia vita, perderlo così? Non saper nemmeno dove fosse sepolto? Matta, state pur sicure; mi getterei dalla finestra!
Breve pausa. Poi:
— E tu, Ida?
Ebbene: questa domanda, questo distaccarsi dal pensiero orribile e passare a interrogar lei, quasi a provarla in una gara in cui prevedevano resterebbe inferiore, la disgustò del tutto.
— Tu cosa faresti se perdessi il tuo Giulio? — insìstette l’Adriana.
E all’Ida brillarono gli occhi. L’eccitava il bisogno di un contrasto comico. Scoppiò a ridere, tanto era enorme ciò che le scappava detto, e disse:
— Oh! Per me, morto un papa, fatto un altro!