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LA CIOCCHETTINA.

I.

Abitavano nello stesso sobborgo e ogni sera rincasavano insieme, dalle sartorie ove lavoravano, prima in tram poi a piedi. In tram era un divertimento per tutte: cicaleccio, motteggi, compiacenze d’essere osservate e d’osservare le meno belle di loro; ma nel tratto a piedi seguivano le confidenze d’amore e le espansioni sentimentali; mutava il tono. E l’Ida, la più giovane delle tre, interloquiva di rado; si sentiva a disagio per un misto di timidezza e d’orgoglio.

Il suo innamorato guidava autocarri nel Carso, non era in trincea come quelli delle amiche, e discorrendone le pareva di provocarle a ripetere: — Fortunata te! — , quasi non avesse da star in pena lei pure.

"Fortunata te!„. C’era fors’anche, in fondo a queste parole, la punta ironica, l’acredine di