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LA CASSAFORTE

DI DON FIORENZO.

Quando don Fiorenzo fu in fondo alla chiesa, si voltò, disse a bassa voce: — Signore, ve li consegno a Voi! — ; e segnatosi con la solita rapidità, uscì.

Il cielo schiariva. Pallidamente, il sole intiepidiva l’aria invernale. E il prete si mise a sedere sul gradino per riscaldarsi un poco al sole e quasi per rischiararsi lui pure dentro, nell’animo, che una commozione strana conturbava: di letizia amareggiata da un prossimo timore; di gioia impedita da una persistente gravezza.

— La mia cassaforte! — pensò; e sorrise. Ma il pensiero gli ricadde inerte, ed egli restò a lungo così, seguendo con lo sguardo la vicenda della nuvolaglia più o meno tenue, non ancora trapassata nè aperta da raggi del tutto vittoriosi.

Finchè, grazie a Dio, irradiò una vivida spera.