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Il camiciotto rosso 23


andava. Ma si fermò là, dove, presso la catasta di legna e di fasci, erano ammucchiate le zucche per i porci.

— Vuoi una zucca? — gli chiese a voce alta Sandro, per ridere.

Rise anche lo Scricco tornando indietro; e quando gli fu presso disse a mezza voce:

— Fareste meglio a tenermi qua da voi, per garzone.

L’altro strinse gli occhi fissandolo; poi rispose:

— E io ti tengo.

Così lo Scricco fu contento. Cominciata la vendemmia, accettò volentieri di portare con gli operai più robusti i cesti e i bigonci; e sapendosi da che parte veniva, i compagni l’incitavano a raccontare. — Cosa facevi in collegio? Come ci campavi? Stavi allegro? — Egli, durante le soste dell’opera, raccontava; teneva allegra la compagnia per il modo con cui esaltava le delizie del reclusorio. Cantava anche a squarciagola una canzone che aveva sommessamente imparata a Castelfranco; e ridevano, sebbene fosse una canzone da piangere.

Ma per il campo lo Scricco si meravigliava