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Le figurine | 9 |
monì il soldato entrando. — Pugni al cielo non se ne danno: dunque.... E Giorgio?
— L’ho messo a letto; stanco; addormentato. Non sta mai fermo in tutto il giorno!
Il soldato si levò il rotolo del mantello, che aveva a tracolla, e lo depose sul cassone; appiccò la bisaccia a un chiodo; tolse di mano al fratello il lanternino, e dicendo: — Vuotate la polenta, che son morto di fame — salì, per la scala di legno, al piano di sopra. Ridiscese tosto.
— Dorme. È bello. Son contento.
Gli lucevano gli occhi, ma il fratello e la madre finsero di non accorgersene.
Sedettero; i due uomini, alla tavola, la vecchia, sul focolare; e ingoiarono le fette fumanti.
— Hai saputo di Michele Costa? — chiese il fratello.
— Sì, me l’ha detto Carlino in treno.
Allora la madre pigliò coraggio.
— T’avrà detto anche, Carlino, che abbiam fatto quel che abbiam potuto?
— Sì. Non ne discorriamo più.
— E la guerra? — il fratello dimandò, dopo un poco.
Saverio scosse le spalle. C’era ben altro da pensare, da dire! Parlò con voce ferma.
— La mamma è vecchia; e d’una donna gio-