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142 | il diavolo nell'ampolla |
requiem. Ma la messa, quando fosse richiesta o permessa dal testamento, poteva celebrarsi giorni dopo il trasporto; non era cosa urgente.
A ogni modo, Provincia e Comune stavano per accordarsi su le onoranze, quando il medico s’affacciò sulla porta e aperse le braccia.
Amaldi, che si era seduto accanto al Presidente, balzò in piedi, livido; rimase impietrato, con gli occhi torbidi; e Giovanni scappò via gemendo. L’assessore guardò l’orologio e disse:
— Sette e venti — ; e il Presidente disse: — Animo, signor Amaldi! — ; e afferrò e strinse la mano del signor Amaldi.
Il quale adesso sembrava non esagerar più; sembrava manifestare con il dolore di chi perde il fratello lo stupore del mistero e lo sgomento del nulla; o pareva rimasto senza pensiero.
Pensava: “Dovrò fìngere, dissimulare fino all’ultimo!„
Fino all’ultimo, fino a che la salma fu deposta nel loculo, egli si comportò così, come aveva sentito la necessità di comportarsi, come volevano le convenienze sociali.
Ma dopo! Al ritorno, nella carrozza chiusa, libero della cappa di piombo che la società vile e corrotta gli aveva imposta, in una commozione